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Gli inglesi son paranoici ovvero: i pericolosissimi fotografi terroristi
A me è capitato nel 2008, a maggio, in pieno delirio post 11 settembre.
Stavo tranquillamente fotografando Westminster con la mia D80 e il cavalletto (era tardi) e vengo fermato da due Bobbies per un controllo documenti.
A parte la strizza assoluta, ho chiesto ai due gentiluomini come mai mi controllassero e loro risposero che era perchè avevo il cavalletto e l’antiterrorismo pensava che un tipo con il cavalletto di notte a far fotografie era ben sospetto.
Fosse stato di giorno non ci sarebbero stati problemi, ma di notte! Tzè! D’altronde si sa che i terroristi vengono fuori di notte a far fotografie tutte pixellose mentre di giorno dormono. Come non me ne ero avveduto.
Dico io, ma che cacchio c’è da fotografare di notte che di giorno non si vede?
Se fosse così, son ben idioti a farlo scoprire a me.
Tant’è, mi controllano e poi mi lascian la ricevuta: non sono un terrorista. Oh bene grazie, ora che me l’avete scritto anche voi me lo metterò nel CV.
Questa è una delle tante storie successe a fotografi in Inghilterra e di cui forse avete sentito parlare.
Ma quando si pensa di essere arrivati al fondo poi si scopre che c’è sempre da scavare.
E così oggi esce la notizia che in una stazione di Londra aperta al pubblico come museo ora non è più possibile scattare con macchine digitali reflex. E io penso: che cacchio han paura che metti una bomba in una D5000?
L’MI6 teme che il tuo 28-300 sia in realtà una flashbang pronta a stordire la security?
Sbagliato!
Si sono accorti che chi ha una reflex digitale ci impiega molto più tempo a visitare la stazione mentre scatta 100 foto del particolare della cicca schiacciata per terra, e ciò rallenta l’afflusso dei turisti successivi.
Forse questi inglesi non sono del tutto svarionati.