Archivio
Mostra fotografica – Confini 09
Fino al 3 febbraio, alla Fabbrica del Vapore, l’associazione Polifemo mette in mostra fotografie di giovani artisti italiani.
Nuovi linguaggi, nuove tecniche, nuovi soggetti.
Un bel modo per scoprire dove sta andando l’arte fotografica in Italia.
I fotografi rappresentati sono Anna Fabbroni, Bruno Taddei, Franco Borrelli, Alessandro Pagni e Sandro Rafanelli.
Qua trovate la presentazione della mostra.
Orari: dalle 10 alle 19, sabato dalle 15 alle 19, domenica chiuso
Ingresso libero
Polifemo | La Fabbrica del Vapore
via Procaccini 4 | 20154 Milano
tel. 02.36521349
Lomo è troppo avanti: digitalizzare il filmino 35mm del Lomokino
Lomo è sempre un passo avanti. Hanno appena iniziato a vendere il nuovo aggeggino (Lomokino Smartphone Holder) per permettere una digitalizzazione semplice (e in piena filosofia Lomo) dei filmini fatti con il Lomokino.
Un piccolo proiettore si collega al tuo smartphone di fiducia e la videocamera riprende la pellicola illuminata. Niente di più semplice e niente di più Lomo.
(immagine presa da qui)
A questa pagina trovate tutti i dettagli.
Mostra fotografica – Premio Fnac – Attenzione Talento Fotografico
Anche quest’anno alla Fnac di via Torino a Milano, sono in mostra le fotografie dei vincitori del concorso per i nuovi talenti fotografici.
Vincitrice Federica Di Giovanni con una sua serie sul camping in Italia.
Aperta, gratuitamente, fino al 20 febbraio 2012
Quale formato fotografico scegliere
La questione del formato è nata con le prime tecniche fotografiche. Subito dopo i primi tentativi di Daguerre e le innovazioni di Fox Talbot ognuno si lanciò a definire il proprio formato.
Chi privilegiava la trasportabilità, chi aveva bisogno di enorme risoluzione, ecc, e questo continua anche ai giorni nostri.
Col digitale non ci sono dubbi: il 95% dei fotografi hanno una bella reflex con il sensore half frame. Il full frame costa, come minimo, 1800€. Il medio formato almeno 6-7000€. Il grande formato sta solo sui satelliti spia.
Con la pellicola invece, a prezzi contenuti, il fotografo può decidere più facilmente il formato da utilizzare.
Con 100€ ci si può fare un kit minimissimo 35mm con una Olympus o una Yashica.
Con 200€ si fa il salto sul medio formato (di solito TLR giapponesi).
Con 400€ si trova qualche vecchia field camera per scattare in grande formato.
La domanda da porsi prima di acquistare una macchina fotografica, come sempre, è che diavolo ci voglio fare.
La premessa è e rimane che il formato non influisce sulla qualità delle vostre fotografie.
Provo comunque a descrivere i pro e i contro dei vari formati.
35mm
Pro
- estremamente portabile e trasportabile. Un kit con 3 lenti difficilmente pesa più di due kg.
- poco costosa, estremamente disponibile, sia di macchine, che di pezzi di ricambio che di tipologie di rullini
- estremamente diffusa la possibilità di sviluppo (se vai in Tanzania qualcuno lo trovi)
- estremamente documentata online
- molto semplice lo sviluppo a casa del B/N
- qualità di stampa molto buona fino ad ingrandimenti 50×70
- a parte per i notturni si scatta sempre a mano libera
Contro
- la scansione della pellicola 35mm non da risultati eccellenti
Medio Formato
Pro
- abbastanza portatile e trasportabile. Rispetto al 35 mm le macchine sono più grandi ma il numero di obiettivi è molto ridotto (di solito sono 3 per kit, un 50, un 80 e un 150)
- qualità di stampa elevata, anche per ingrandimenti di grandi dimensioni
- qualità di scansione molto buona
- si scatta a mano libera tranne i notturni
- molto semplice lo sviluppo a casa del B/N
Contro
- poco disponibile sul mercato. Il nuovo ha costi alti, l’usato si trova a prezzi abbordabili
- poco disponibili sul mercato rullini, obiettivi e pezzi di ricambio. Online ci si salva ancora
- poco diffusa la possibilità di sviluppo professionale (rari casi e con risultati discordanti)
Grande formato
Pro
- qualità dei negativi eccellente
- facilità di scansione
- qualità della stampa eccezionale, fino a dimensioni gigantesche (Gursky ad esempio stampa fotografie a dimensioni murali)
- è il formato dei fotografi con le palle
Contro
- poco disponibile sul mercato. Il nuovo si trova a prezzi irraggiungibili. L’usato è abbastanza fattibile ma non in perfette condizioni
- poco se non per niente disponibili sul mercato le pellicole piane
- poco disponibili pezzi di ricambio e obiettivi (la cui conservazione, data anche l’età, lascia molto a desiderare)
- poco diffusa la possibilità di sviluppo professionale
- lo sviluppo a casa è fattibile con alcuni accorgimenti
- si scatta sempre con il cavalletto, per il peso della macchina e per gli obiettivi poco luminosi
- peso complessivo elevato, quindi poco trasportabile
Decisioni estreme per un viaggio a Londra 2: com’é andata
4 giorni in Gran Bretagna e 5 rullini. La sfida non era niente male, ho dovuto resistere contro il diavolo tentatore dello scatto compulsivo.
É andata così:
- 30 fotografie a Londra, alcune di notte per la centrale elettrica di Battersea
- 6 a Stonehenge
- 6 a Plymouth (notturne)
- 6 a Saint Michael’s Mount (la fantasia non abita qua, é proprio uguale al Mont Saint Michel in Francia)
- 12 a Lands End in Cornovaglia
Se il mio stramaledetto Pc mi farà la grazia di funzionare decentemente pubblicherò i risultati.
Vacanze fotografiche: come non farsi uccidere dal proprio partner di viaggio
Sono arrivate finalmente le vacanze e non vedete l’ora di scattare le vostre migliaia di foto del monumento ai caduti del Beluchistan e tutto d’un tratto un brivido freddo vi corre lungo la schiena: “mi ammazzerà questa volta? Mi prenderà ad insulti in aramaico se non la smetto di scattare fotografie ad ogni più microscopico dettaglio del parco civico di Beluchiville?”
Viaggiare con qualcuno che non ama la fotografia o che non é appassionato come voi, costringe a scendere a patti con se stessi e con gli altri.
Mettetevi in questa situazione: state camminando in una bella città straniera, le vostre agognate e costose vacanze sono appena iniziate e accanto a voi c’é qualcuno che ogni due metri si ferma per un paio di minuti a leggere un libro, completamente estraniato da voi e assorbito dalla lettura. Una palla micidiale non credete?
Ecco viaggiare con un fotografo compulsivo é così.
Bisogna scendere a patti dicevo.
Prima di tutto rispettate gli altri, i loro tempi, i loro bisogni.
Poi chiedete rispetto per la vostra passione: spiegate che fare fotografie vi rilassa, vi piace, vi fa sentire artisti, insomma, per quale diavolo di motivo state facendo queste foto? E non dite che lo fate per farle vedere al vostro ritorno, che tanto non le guarda nessuno 🙂
Datevi degli obiettivi e condivideteli con chi vi sta accanto: dichiarate cioè cosa avete intenzione di fotografare e il tempo che vi serve.
E’ molto più accettabile sentirsi dire “mi fermo qua per mezz’ora a scattare, tu fatti un giretto così dopo non ti rompo”, che continuare lo stillicidio di fotografie ogni metro e di soste continue.
Svegliatevi presto! Se uscite a scattare alle sei del mattino e rientrate alle otto, prima che tutti si sveglino avrete due belle orette per farvi i fatti vostri (con un’ottima luce peraltro e poca gente in giro).
Non ultimo, scattate meno. Siate concentrati sul senso che volete dare alle vostre foto e al viaggio.
La qualità dei vostri scatti ne risentirà parecchio.
Il miglior PC per il fotografo analogico è…
…quello spento.
Ma spento da intendere come “prima l’ho inondato di benzina, gli ho dato fuoco e poi s’è spento“.
La fotografia seria non ha un buon rapporto con il pc. Mangia tempo, risorse (anche economiche), distrae mortalmente e deresponsabilizza.
Ma bisogna scendere a patti anche con il nostro più grande nemico.
Il fotografo digitale serio è schiavo del PC. Tutti i giorni deve passare ore a salvare, catalogare, smanettare con Photoshop, fare backup dei dati, inviarli alla propria redazione/committente, invece che dedicarsi alla Ricerca.
Se hanno scritto dei libri sul workflow del fotografo digitale, significa che la situazione è molto grave 🙂
Anche il fotografo analogico si trova di fronte alla scelta se completare il ciclo di vita con la stampa chimica o se scansionare le sue belle pellicole (o stampe, ci sono scuole di pensiero diverse).
E’ inutile sottrarsi a questo gioco, ma l’analogico rimane un mezzo più libero. Sposta e separa il momento dello scatto dal momento del “vedo come è uscita”. Slega questo momento che il digitale invece ha infilato nelle nostre teste. Ci ha resi più insicuri, meno responsabili dei nostri scatti. Non serve più sapere come fare bene una fotografia, nel caso vedi e la rifai.
Certo è più comodo ma col tempo si diventa schiavi della comodità e non si capisce come mai una fotografia venga sotto o sovraesposta, non si ha più il controllo su niente, anche se pensiamo di averlo.
E con il pc le cose peggiorano. La fotografia è venuta uno schifo? Tanto la recupero in photoshop.
Tanto la recupero in photoshop.
Tanto la recupero in photoshop.
Tanto la recupero in photoshop.
Tanto la recupero in photoshop.
Decisioni estreme per un viaggio a Londra
Sono stato due volte a Londra e sono sempre tornato con 800-1000 fotografie scattate in un paio di giorni. La solita frenesia digitale di cui sono affetto (anche voi, tranquilli).
Oggi invece parto con la Mamiya 6, 5 rullini b/n Ilford Delta 100 (cioè quelli soliti miei) e 3 rullini Dia Fuji (Provia se non ricordo male).
Non credo che useró le Dia, quindi sono 60 fotografie per 4 giorni di permanenza su suolo britannico.
Ce la faró?