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Mostra fotografica – Il Giappone che cambiava di Mario De Biasi

immagine tratta dal sito della Galleria 70 http://www.galleria70.eu/evento_attuale/evento_attuale.htm
Alla Galleria 70, fino al 28 luglio sono esposte 28 fotografie di Mario De Biasi tratte da tre reportage (anni 60-80) nel Giappone che affrontava i profondi cambiamenti dell’industrializzazione e dell’occidentalizzazione.
Galleria 70 è in Corso di Porta Nuova 36/38
Orari:
da martedì a sabato 10 13.30 – 16 19.30
Mostra fotografica: 11/3 fotografie di Giulio Di Sturco
Gli amici di Open Mind Gallery ospitano dal 25 novembre 2011 al 20 gennaio 2012 questa mostra di fotografie dello Tsunami che ha colpito il Giappone a marzo.
Uno sguardo diverso dal sensazionalismo dei giornali per una tragedia umana di proporzioni gigantesche.
Pubblico la presentazione dell’evento:
“Il mio primo contatto con Giulio Di Sturco è avvenuto proprio in corrispondenza del terremoto in Giappone, quando aderì all’iniziativa “3/11 Tsunami Photo Project,” un libro fotografico digitale e collettivo sul sisma e lo tsunami che avevano devastato il mio paese.
Solo al termine del lavoro ho avuto l’occasione di incontrarlo personalmente. Avevo sempre avuto una buona sensazione circa la persona attraverso le sue foto, perché sono simpatetiche ed espressive in una maniera unica. Quando poi mi ha raccontato come aveva lavorato e scattato a Tohoku ho avuto la certezza che le mie impressioni erano corrette, e il mio istinto non aveva fallito. Molti fotografi avevano illustrato la drammaticità e la tragicità delle condizioni, mentre le sue immagini avevano un qualcosa di caldo, ed empatico. Un’attenzione verso le persone molto più che verso le macerie che li circondavano.
Ho condiviso con Giulio i miei pensieri riguardo le migliaia di fotografie eccessivamente grafiche pubblicate dopo la tragedia dell’11 marzo. Avevo la sensazione che alcuni fotografi mostrassero una certa mancanza di umanità nel modo che avevano di illustrare le proprie immagini, presentare i “loro” soggetti, tentando di rappresentare una catastrofe naturale e umana come se fosse un’opera d’arte. Ero disgustata dalle foto presentate da questi individui, e mi sentivo a disagio nel sentirle definire “entusiasmanti” o, peggio ancora, “belle”. Quello che è accaduto ha cambiato il mio modo di considerare le fotografie. Mi sono accorta, mentre mi occupavo dell’editing dei lavori presentati sul disastro di Tohoku, di essere diventata particolarmente sensibile ai sentimenti delle persone ritratte.
Giulio mi ha raccontato la sua versione della stessa storia. Mentre era in Giappone, gli era stato sconsigliato di andare in alcune zone, semplicemente perché non avrebbe trovato nulla di interessante e “notiziabile”. Giulio aveva ignorato il suggerimento, convinto che comunque ci fossero delle persone abbandonate, e che valesse la pena raccontare la loro storia. La sua perseveranza ha significato raggiungere zone e confini in prossimità dei quali gli altri fotografi si erano fermati. Le grandi sfide affrontate sono evidenti nelle foto presentate qui, in “11/3”.
Sono particolarmente contenta che sia stata prodotta una mostra dal lavoro di Giulio. Perché le sue fotografie sono umane, reali e dense. E perché le sue immagini sono quelle che io, tanto perché giapponese di nascita quanto perché curatore di professione, vorrei che la gente vedesse. Il Giappone ha ricevuto aiuti da tutto il mondo, ma la strada della ricostruzione è comunque lunga. A dispetto delle avversità, le vittime dello tsunami, comprese quelle ritratte da Giulio, hanno una volontà forte. Sono convinte, e certe, e fiduciose, che riusciranno a superare il momento di difficoltà e tornare ad una vita normale. E mi auguro che chiunque possa vedere questo, e avere i miei stessi sentimenti, di fronte a queste immagini.”
Yumi Goto
Open Mind: Via Dante, 12 – 20121 Milano (Italy)
Orari:
Lunedi 15:30 – 19:00
da Martedi a Sabato 10:00 – 13:00 / 15:30 – 19:00
Domenica e Lunedi mattina chiuso